Per il XXX anniversario delle stragi di Palermo, dove furono assassinati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assieme a Francesca Morvillo, la moglie di Falcone e otto agenti della Polizia di Stato, si è scelto il tema del- la memoria di tutti, delle vitt
La Fondazione Giovanni Falcone assieme al curatore generale del progetto Spazi Capaci e Comunità Capaci Alessandro de Lisi ha omaggiato Falcone e Borsellino con una performance nel centro di Palermo. La notizia ha fatto il giro del mondo.
La ceremonia era da vedere in diretta su Rai 1 con il Presidente Mattarella e anche il notiziario „New York Times“ ne ha riferito.
Il 23 maggio c’è stata la ceremonia a Palermo, dove erano presenti tra l’altro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, vari ministri e magistrati, il Presidente della Provincia Arno Kompatscher, il vicepresidente della Provincia Daniel Alfreider ed il sindaco di Ortisei Tobia Moroder. Quattro sono gli artisti gardenesi che hanno esposto le loro opere. Gregor Prugger ha realizzato l’ “Albero dei Tutti“ (foto sulla prima pagina), un albero cresciuto in Val Gardena e portato a Palermo a Santa Maria dello Spasimo, con varie sculture antropomorfe alla fine delle estremità dei rami rappresentanti le vittime delle mafie e la gente che ha lottato e lotterà contro le mafie. Peter Demetz ha creato una pala d’altare, „Il trionfo della memoria“, una scultura in materiale vario raffigurante il trapasso di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, installata a Santa Maria dello Spasimo. Il risorto da combattimento di Gerald Moroder è una scultura in terra, sassi e asfalto del luogo dell’esplosione del tritolo usato nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992 e collocata sul luogo del massacro. Ha utilizzato la stessa terra del luogo della strage, “terra sporca di sangue”. Fabrizio “Biz” Senoner installato 30 mani- festi murali, come gli anni passati dalla strage, con scritte doppie in vari luoghi della città di Palermo. Le parole riportate rappresentano contrari, come “corrotto” e “corretto”. Le opere sono arrivate in Sicilia a bordo di un aereo militare.
Il sindaco Tobia Moroder: “Certo, l’arte non è una lingua perfetta, è tutto tranne che univoca, ogni opera permette molteplici interpretazioni e sta allo spettatore trova- re la propria chiave di lettura. E forse è proprio questo fatto uno dei punti di forza di questo progetto: è questo margine di discrezionalità che costringe lo spettatore ad una riflessione più profonda intorno ai temi affrontati dalle celebrazioni degli ultimi giorni. Così è stato sì una sfida, ma soprattutto un onore contribuire attraverso quel linguaggio che grazie alla secolare storia della scultura gardenese più ci è congeniale, vicino e familiare, ovvero quel- lo dell'arte che, quando fatta per passione e vocazione, parla un linguaggio universale che ha la capacità di toccare lo spirito e il cuore di chi guarda.”
La specificità della partecipazione di artisti della comunità ladina dell’Alto Adige è una scelta del curatore Alessandro de Lisi riguardo la grande vitalità di una minoranza culturale antichissima, al confine del Paese, cerniera tra l’Italia e l’Europa “di mezzo” e ne sottolinea la posizione politica sensibile ai fatti di lotta alle mafie. Il figurativismo e il naturalismo industriale sono una scelta che mira a coinvolgere la più ampia popolazione, anche chi non ha dimestichezza col simbolismo contemporaneo, ma è al contempo un’esplicita dichiarazione di unità nazionale e di ironia: siamo un solo dolore e una sola lotta, dal Tirolo italiano alla Sicilia.
In questo senso, la partecipazione a questo
progetto d’arte contemporanea e di design sociale è non da ultimo anche una dimostrazione di unità nazionale. Siamo certi che solo la diplomazia culturale può offrire l’opportunità di sollecitare una sempre maggiore sensibilità e reciprocità a favore della memoria civile e della legalità.